... Richiama al ricordo dentro di te quando tu sia stato coerente con la tua decisione, quanto pochi giorni si siano svolti come avevi progettato, quando tua abbia avuto la disponibilità di te stesso, quando il volto è rimasto imperturbato, quando l'animo intrepido, quale opera tu abbia compiuto in un tempo così lungo, quanti abbiano rapinato la tua vita mentre tu non ti accorgevi di che cosa perdessi, quanto abbia portato via un vano dolore, una sciocca letizia, un'avida cupidigia, un'oziosa frequentazione, quanto poco ti sia rimasto del tuo: comprenderai che tu muori prematuramente." Che cosa è dunque in questione? Vivete come destinati a vivere sempre, non vi viene mai in mente la vostra fragilità, non considerate quanto tempo è già passato; sprecate come da (un deposito) pieno e abbondante,quando nel frattempo forse proprio quel giorno che viene dato a qualche o persona o faccenda potrebbe essere l'ultimo. Come mortali temete tutto, come immortali desiderate tutto. Sentirai i più dire: "dai cinquant'anni mi ritirerò a vita tranquilla, il sessantesimo anno mi lascierà libero dagli impegni." E infine chi ricevi come garante di una vita più lunga? Chi permetterà che queste cose vadano come progetti? Non ti vergogni di riservarti i rimasugli della vita e di destinare ad un buon atteggiamento quel solo tempo che non potrebbe essere impiegato per nessuna cosa? Quanto è tardivo incominciare a vivere allora quando bisogna finire! Quale così stolta dimenticanza della mortalità rinviare ai cinquanta e sessant'anni le sagge decisioni e voler iniziare la vita dal punto al quale pochi l'hanno condotta!
Seneca
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